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All Posts By Vanessa Faye W.

Riso Venere, Avocado, Zucchine e Salmone

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Riso Venere, Avocado, Zucchine e Salmone

Riso Venere che passione! Sono diversi anni ormai che l’ho scoperto e non posso davvero farne a meno, il fatto che sia integrale l’ha spinto in cima alla lista delle mie preferenze.

Al supermercato si trova anche precotto in bustine da 2 pozioni, ma sinceramente io preferisco cuocerne un abbonante ciotola e conservarlo pronto in frigorifero da condire secondo il gusto del momento. Si conserva per circa 3 giorni in un contenitore a chiusura ermetica. 

Come ho appena scritto è un riso integrale e per questo aumenta il senso di sazietà, facilita il transito intestinale e inoltre ha un indice glicemico  più basso di quello raffinato, caratteristica che lo rende più adatto a  regimi dietetici con ridotto apporto calorico.

Quindi viva il riso Venere!

La ricetta che vi propongo è di facile esecuzione ma gustosa e, con i suoi colori vivaci, vi farà fare bella figura anche se avete ospiti.

Allacciamo il grembiule e …via!

INGREDIENTI:

  • 300 gr di riso Venere
  • 1 cipolla Tropea
  • 2 zucchine
  • 1 avocado maturo
  • 100gr salmone affumicato
  • 1 Cucchiaio d’olio extravergine d’oliva
  • q.b. sale e pepe

PREPARAZIONE

Cuocere il riso venere secondo le indicazioni riportate sulla confezione e mettere da parte in una ciotola.

Mentre il riso cuoce, lavare e tagliare a cubetti la cipolla e le zucchine. 

Versare 1 cucchiaio d’olio in una padella antiaderente, versarci le zucchine e la cipolla e salare secondo il proprio gusto. Cuocere con coperchio, mescolando di tanto il tanto, fino a quando le zucchine risulteranno appena un po’ morbide.

Tagliare a striscioline il salmone affumicato.

Aprire in due un avocado, togliere il nocciolo e tagliare a cubetti direttamente nella sua buccia ciascuna metà. Successivamente con l’aiuto di una forchetta svuotarle della polpa.

Unire zucchine, avocado e salmone  al riso. Mescolare per distribuire bene tutti gli ingredienti, aggiungere una macinata di pepe e servire.

Buon Appetito!

 

NB: E’ un piatto che può essere servito anche freddo, ma in questo caso consiglio di aggiungere l’avocado agli altri ingredienti soltanto all’ultimo momento.

Se vi piace il riso Venere vi suggerisco di provare anche il Riso Venere e Frutti di Mare 

Riso Venere, Avocado, Zucchine e Salmone
Riso Venere, Avocado, Zucchine e Salmone

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Gnocchi di Broccoli ❤️

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Gli Gnocchi di Broccoli sono una valida alternativa a quelli di patate, soprattutto se volete tenere basso l’indice glicemico dei vostri pasti basso. Proprio per questo motivo se sostituite la farina 0 con una integrale o di farro raggiungerete maggiormente il vostro obiettivo.

La quantità di farina che vi scrivo tra gli ingredienti è indicativa, dipende molto dalla verdura (dalla cottura e da quanto bene strizzerete i broccoli) quindi tenetene altra a disposizione.

Una volta cotti potrai condire i tuoi Gnocchi di Broccoli con burro e salvia, olio e parmigiano oppure come me con un Sugo di Pomodoro Fresco

Pronti a infarinare il tagliere?

 

INGREDIENTI
  • 500 gr broccoli già puliti
  • 1 uovo
  • 180 gr farina  (meglio se integrale o di farro)
  • sale q. b.
PREPARAZIONE

Cuocere a vapore i broccoli per circa 30 min.

Lasciarli raffreddare e strizzarli per togliere l’acqua in eccesso.

Tritarli con un coltello e metterli in in una ciotola. Aggiungere uova, farina e sale, amalgamare il tutto.

Versare il composto sul piano di lavoro, suddividerlo in più pezzi e da ognuno ricavare dei rotolini.

Tagliarli a piccoli tocchetti da tenere distanziati tra loro su un vassoio o canovaccio infarinato.

Lessarli in abbondante acqua bollente poco salata e scolarli con la paletta forata via via che salgono a galla (così evitano di incollarsi).

Condirli a piacere e servirli.

Io li ho conditi con con Sugo di Pomodoro Fresco….Buon appetito!

 

Versione Bimby

Versare nel boccale l’acqua, chiudere con il coperchio e posizionare il varoma con all’interno i broccoli, cuocere: 30 min. Varoma vel. 1. A fine cottura mettere da parte a raffreddare.

Mettere nel boccale vuoto i broccoli raffreddati e strizzati, l’uovo e la farina, salare leggermente, amalgamare: 30 sec. vel. 5.

Versare il composto sul piano di lavoro, suddividerlo in più pezzi e da ognuno ricavare dei rotolini.

Tagliarli a piccoli tocchetti da tenere distanziati tra loro su un vassoio o canovaccio infarinato.

Lessarli in abbondante acqua bollente poco salata e scolarli con la paletta forata via via che salgono a galla (così evitano di incollarsi).

Condirli a piacere e servirli.

Io li ho conditi con con Sugo di Pomodoro Fresco….Buon appetito!

Gnocchi di Broccoli

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Pane Facile in Tortiera

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Pane Facile in Tortiera.

Cosa c’è di più buono del profumo di pane appena sfornato? Mi sono sempre cimentata in panini, come il Pane Francese o i Panini al Latte, spesso faccio la Schiacciata Livornese, ma questa è la rima volta che provo a cuocere una pagnotta. 

E’ stato un successo, sicuramente da fare e rifare ad ogni occasione. Ricetta semplice come piace a me, che non necessita di particolari attrezzature, solo una semplice tortiera per la cottura.

Pronti? Allacciamo il grembiule e prepariamo la farina…oggi si prepara il Pane Facile!!

INGREDIENTI:
  • 350 gr di farina 00
  • 12 gr di lievito
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 1 cucchiaino di sale
  • 30 gr di olio di semi di girasole (oppure olio d’oliva) 
  • 210 gr di acqua
PREPARAZIONE:

Metti in una ciotola capiente tutti gli ingredienti e mescola con la forchetta finché ti è possibile, poi prosegui con le mani fino al completo assorbimento della farina.

Crea una pallina con l’impasto, versa sopra un filo d’olio e copri la ciotola con la pellicola o con il suo coperchio.

Lascia riposare fino al raddoppio del suo volume (circa un’ora e mezza).

Prendi l’impasto lievitato e impasta come da video che trovi a fine ricetta.

Crea una pallina con l’impasto, e riponi nella tortiera.

Infarina la superficie, copri con un canovaccio e lascia riposare fino a raddoppio del suo volume (circa un’ora e mezza).

Preriscalda il forno a 180°.

Togli il canovaccio, infarina ulteriormente la superficie e incidi con un coltello l’impasto (vedi video).

Inforna per 60 minuti.

Una volta sfornato attendere che il Pane Facile sia raffreddato prima di tagliarlo.

Buon Appetito!

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TENERIFE nei giorni del Coronavirus – Capitolo 4 –

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Tenerife nei giorni del Coronavirus  4 

Un po’ stravolti dal viaggio, ritiriamo i bagagli e usciamo dall’aeroporto. Nonna Dimma è lì ad aspettarci con lo smartphone in mano che registra un video per immortalare la famiglia che finalmente è tutta riunita a Tenerife.

Proprio in questo momento ci rendiamo conto che niente sarà normale. Il Coronavirus, che a Tenerife conta soltanto 13 casi ben isolati, ha ormai infettato le nostre menti. Nessun bacio, nessun abbraccio. I nonni sono i più a rischio e anche se noi ci sentiamo tutti bene, nessuno ci ha controllato. Nessun tampone o controllo di temperatura a Milano, né tantomeno a Tenerife. Meglio evitare il contatto fisico. La sensazione è strana e trattenersi è difficile. 

Tenerife ha un clima asciutto, intorno all’aeroporto ci sono grandi spazi aridi. Le zone verdi sono evidentemente artificiali e curate in modo ineccepibile. Palme e piante grasse di ogni genere sono lungo tutte le strade. Il cielo è limpidissimo e la temperatura è perfetta, calda ma mai tanto da farti sudare. Chiudo gli occhi, inspiro profondamente e cerco di rilassare le spalle. Siamo in vacanza, ma la mia mente ancora non l’ha capito. 

Il residence in cui alloggiamo è formato da una serie di villette a schiera giallo tenue disposte in modo concentrico con all’interno uno spazio verde curato e nella zona più ampia la piscina attualmente chiusa per restauro.

Non è un complesso lussuoso, ha una semplicità tutta sua. Si respira serenità. Nonostante il totale dei residenti e vacanzieri sia numeroso, c’è una quiete davvero piacevole.

Il nostro bilocale è esattamente di fianco a quello dei nonni. Romano e Dimma, abbronzati da fare invidia, hanno organizzato tutto alla perfezione, sono davvero felici di vederci qui, in questo posto che loro amano tanto.

Il tempo di sistemare i bagagli e di fare una doccia ed è già ora di cena. Dimma ha preparato delle buonissime orate. A tavola si respira finalmente aria di vacanza. Allegria e spensieratezza finalmente sono presenti, anche grazie al continuo stuzzicarsi di Federico e Cristian che, nonostante l’età, si punzecchiano con dispettucci ripetutamente. Camilla e Alyssa ne sono molto divertite. “Pensa cosa potevano essere da piccoli!” esclama Dimma alzando gli occhi al cielo. Vedere le mie ragazze sorridenti mi riempie il cuore.

Un po’ di chiacchiere, qualche commento sulla situazione coronavirus a Codogno e nel lodigiano e basta ancora poco che la stanchezza del viaggio fa capolino. “Buonanotte a tutti” e ci diamo appuntamento per la mattina dopo.

8 Marzo

“Auguri!!”. Oggi è il compleanno di Alyssa, sedici anni. Fin da piccola Alyssa è stata solare e casinista. La sua presenza è sempre palese, se non parla canta. Esterna ogni suo stato d’animo con un pizzico di esagerazione, sia in tristezza che in allegria. Alcune brutte esperienze l’hanno un po’ incupita, ma nelle giornate buone è l’Alyssa che tutti noi conosciamo, con la sua innata festosità è travolgente.

Abbiamo deciso di festeggiarla facendo una passeggiata sul litorale di Los Cristianos e di fermarci a pranzo in uno dei ristorantini che costeggiano il lungomare. Obiettivo: Paella! A noi si uniranno Doretta e Giorgio, sorella e cognato di Dimma, anche loro passano diversi mesi l’anno qui a Tenerife da diverso tempo.

Ci siamo svegliati presto, anche se la differenza è di solo un’ora, il fuso orario ha probabilmente il suo effetto. Facciamo colazione tutti insieme da Dimma. Romano è già andato al bar per comprarci le brioche e farcele trovare sul tavolo. Caffè, tè, succo d’arancia, non manca proprio niente, neanche le uova strapazzate per Federico. “E’ ufficialmente il mio bar preferito di Tenerife!” esclamo scherzando “credo che torneremo tutti i giorni”. Ridiamo tutti insieme.

Alyssa e Camilla sono già sparite, ognuna in videochiamata con il rispettivo fidanzato.

Noi adulti invece, dopo aver letto un post su Facebook, accendiamo il televisore e apprendiamo che la nostra provincia è stata dichiarata zona rossa insieme ad altre province Emiliane e l’intera regione Lombardia, per combattere il propagarsi del virus Covid-19.

Siamo sconvolti, la chat whatsapp di lavoro sta impazzendo. Le direttive del decreto non sono chiare, non si capisce se l’ufficio deve chiudere o se dobbiamo aprire al pubblico. Le impiegate e i collaboratori non sanno come comportarsi. Il Caos prende il sopravvento. Federico e Cristian cercano di capire come organizzare il loro lavoro e a distanza è tutto più complicato. Camilla, che è appena entrata nella stanza ed ha capito la situazione, propone di tornare subito a casa. Decidiamo di parlarne in un secondo momento. Adesso abbiamo tutti altre priorità.

Zona rossa significa che non si possono oltrepassare i confini del proprio comune se non per comprovata necessità di salute o lavoro. Decido di andare a cercare ed informare Alyssa, prima che lo sappia da fonti diverse.

Trovo Alyssa sdraiata sul suo letto che chiacchiera in videochiamata con il suo fidanzato. 

Cerco di dare loro la notizia il più delicatamente possibile, spiegando che al ritorno a casa non potranno vedersi per un po’ perché vivono in due comuni diversi. Cala il silenzio. Vedo gli occhi di Alyssa che si riempiono di lacrime. Aggiungo subito “Pensate a quanto siete fortunati, vivete nell’era della tecnologia. Potrete vedervi tutti i giorni. Ovviamente non sarà come abbracciarsi, ma starete sempre in contatto”.

Mi rendo conto mentre parlo che è una magra consolazione e che mai potranno capire cosa avrebbe significato la stessa situazione negli anni ’80, quando ad avere la loro età era la mia generazione. Come possono capire la fortuna che hanno? 

Mi allontano e li lascio assimilare la notizia, ma per non permettere loro di intristirsi troppo li saluto con un “Dieci minuti e poi preparati, usciamo con tutta la famiglia”. 

Non riesco a decifrare il sentimento che provo uscendo dalla stanza. Rabbia? Tristezza? Caspita ma proprio oggi che è il suo compleanno doveva arrivare questa notizia? Penso a Codogno e quello che sta succedendo nella mia Italia, certo è niente in confronto a quello che stanno passando là tanti ragazzi della sua età. Sistemeremo la giornata e anche i prossimi giorni di vacanza. Quando torneremo a casa affronteremo il resto. Abbiamo ancora una settimana di spensieratezza e mi impegnerò perché resti un bel ricordo nella memoria di tutti noi, ma soprattutto delle mie ragazze, se lo meritano. 

Ci prepariamo tutti. Che bello mettere i vestiti estivi con i loro colori allegri che mettono di buon umore. 

Infilo una maglia a maniche corte e un pantaloncino. Per oggi rinuncio alle infradito visto che dovremo camminare un po’ e indosso un paio di sneakers. Passo davanti allo specchio “ma quanto sono bianca!”. Meglio soprassedere.

Crema viso, mascara, lipgloss e sono pronta per la mia missione di oggi. Festeggiare Alyssa.

Siamo tutti pronti, sono arrivati anche Doretta e Giorgio che alloggiano poche villette più in là. Decidiamo di arrivare a Los Cristianos con i mezzi pubblici e rientrare dopo pranzo a piedi per smaltire il pranzo che faremo.

Davanti al residence c’è la fermata dell’autobus che arriva dopo pochissimi minuti di attesa, saliamo tutti insieme e ci accomodiamo. Per la prima volta vediamo, dal finestrino, Las Americas e subito dopo Los Cristianos. Mi colpisce vedere il lusso di alcuni alberghi e la semplicità di ciò che li circonda. Strade, negozi e locali sono all’insegna della semplicità. Ho sempre amato le coesistenza di contrapposizioni. Questo posto mi piace sempre di più.

Il lungomare è completamente costeggiato da ristorantini, bar, gelaterie e negozi di souvenir, tutti rigorosamente all’aperto, con ombrelloni e pergole bianche per creare le zone d’ombra. Da ogni locale esce musica, è tutto allegro e poco formale, ma allo stesso tempo ordinato e rilassante.

Tra i tanti ristoranti ne scegliamo uno, senza un vero motivo, quello che l’istinto ci dice che farà un paella memorabile.

Il paesaggio è mozzafiato e la camminata è stata davvero piacevole, Alyssa però non accenna a un sorriso. Cerchiamo tutti di coinvolgerla, ma niente riesce a distrarla dai suoi pensieri. 

Decidiamo di ordinare paella e sangria per tutti. Alyssa sgrana gli occhi “Anche per me?” dice incredula. Le diciamo che per festeggiare i 16 anni un bicchiere di sangria lo potrà assaggiare e finalmente iniziamo a vedere uno spiraglio di allegria nei suoi occhi. 

Le risate non mancano per tutto il pranzo, la paella è molto buona e la sangria rende tutti più rilassati. Per qualche ora riusciamo a dimenticare tutti i problemi che abbiamo lasciato a casa, Covid-19 compreso. Alyssa sorride e noi con lei. Missione compiuta!

La giornata passa in fretta, qualche piccolo acquisto e poi qualcuno torna al residence a piedi, qualcun altro in autobus. 

Una doccia e poi una sbirciatina ai social. Decido di comportarmi come in qualunque altra vacanza e quindi di postare le foto su Facebook, che ormai è diventato il mio archivio foto. Creo l’album “Tenerife” e inizio a inserire i nostri nuovi ricordi. Come prevedibile le reazioni degli amici a casa sono svariate. C’è chi dichiara una sana invidia, chi ci consiglia di non tornare casa dove le vittime da Covid-19 aumentano, chi disapprova il postare foto rilassate quando l’Italia sta soffrendo e chi invece gode di riflesso della nostra apparente spensieratezza e dei panorami che ho fotografato.

Tutte reazioni comprensibili, ogni persona ha diritto di reagire alla vita come meglio crede. Io decido che per le mie figlie e per tutti noi, i ricordi di questa vacanza verranno postati ogni sera a fine giornata. 

Incredibilmente, a cena abbiamo appetito nonostante il pranzo sia stato abbondante. Cristian e Federico stasera sono coalizzati nel fare dispetti divertenti a Romano, lo stuzzicano e poi imitano le sue razioni agli scherzi. Le risate riecheggiano in tutto il residence. “Diranno tutti che siamo i soliti italiani casinisti!” esclama Dimma preoccupata ma senza poter smettere di ridere. 

Accendiamo il televisore per ascoltare le notizie al telegiornale. Nuovo decreto, il consiglio dei ministri è riunito per prendere ulteriori provvedimenti. Le risate finiscono subito e tutti attendiamo con ansia di conoscere ciò che verrà deciso. 

Le prime indiscrezioni arrivano dai social sui nostri telefonini. Sembra che tutte le regioni d’Italia diventeranno zona rossa. Siamo senza parole. Possibile che quella che fino a pochissimi giorni fa veniva definita una normale influenza, solo un poco più veloce nel diffondersi, stia oggi preoccupando così tanto da far prendere una decisione così drastica? Sembrava che fosse tutto molto circoscritto, al sud ancora non ci sono casi di Covid-19. Perché tutta l’Italia? 

Qualche ora dopo la conferma, Italia è zona rossa. I provvedimenti avranno validità a partire da domani. Andiamo tutti a dormire, ma nessuno di noi dormirà stanotte.

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Gnocchi di Patate ❤️

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Gnocchi di Patate

Mamma che buoni gli gnocchi di patate!! Io adoro gli gnocchi. Stanno bene con qualsiasi sugo. I miei preferiti sono conditi con gorgonzola, ma a casa qualcuno li preferisce al ragù di carne. Ma che dire di quelli semplici con burro e salvia e una bella spolverata di parmigiano?

Insomma quando si dice “Buoni in tutte le salse”! 🙂

Questa ricetta me la passò una ventina di anni fa 😨 la mia amica Baby. Sono gnocchi sofficissimi e questo grazie ad un trucchetto. Invece di usare solo farina, tra gli ingredienti c’è anche la fecola di patate.

Provare per credere!! Allacciate il grembiule, perché oggi infariniamo la cucina!

Ah! Se come me amate gli gnocchi provate anche i miei  Gnocchi di Zucca o gli Gnocchi  di Patate all’Orata

 

Nella prossima ricetta vi confiderò come li condì tanto tempo fa la mia amica Baby. Gli ingredienti? Parmigiano reggiano e Aceto Balsamico… Promette già bene eh!? Fatevi trovare pronti!

INGREDIENTI:

  • 800 gr di patate
  • 100 gr di fecola di patate
  • 170 gr di farina 

(Le dosi della farina sono indicative, dipende molto dalla patata usata, qualche volta ne occorre un po’ di più, altre volte un po’ di meno, vi consiglio quindi di aggiungerne poco per volta)

PREPARAZIONE:

 

Portare a bollore una pentola di acqua e lessare le patate. Ci vorrà circa 20/25 minuti. Fate la prova dello stecchino, se fora tutta la patata sono cotte.

Pelare le patate e schiacciarle in una ciotola capiente (con un passaverdure, lo schiacciapatate o con un forchetta).

Aggiungere la fecola e amalgamare bene con le patate, poi poco per volta aggiungere la farina. L’impasto dovrà risultare poco appiccicoso. 

Spolverare un grande tagliere con la farina, versare il composto ottenuto, formare una palla facendo attenzione che non attacchi al tagliere. nel caso spolverare nuovamente il tagliere con la farina.

Prendere una parte dell’impasto grande quanto una polpetta e modellare un filoncino della grandezza di poco più di un dito. 

tagliare il filoncino in “quadrotti” per formare gli gnocchi.

A me piace fermarmi qui, la tradizione vorrebbe che gli gnocchi venissero passati con la forchetta per dare la forma e la rigatura tradizionale. Io li ho sempre preferiti lisci.

Versione Bimby:

Coprire con l’acqua le lame del boccale. 

Pelare le patate, tagliarle a pezzi grossolani e inserirle nel cestello. Posizionare il cestello nel boccale.

Cuocere 25 min, Vel 3, Temp. Varoma.

Scolare l’acqua, mettere le patate nel boccale e tritare, 10 Sec. , Vel. 3. Mescolare con il mestolo e tritare ancora 5 sec.

Aggiungere nel boccale la fecola e metà della farina. Impastare Vel. 3 e poco per volta aggiungere il resto della farina. Controllare di tanto in tanto se l’impasto è della consistenza giusta. Ovvero fino a quando sarà asciutto al punto da poter essere trasferito sul tagliere (quindi poco appiccicoso).

Formare una palla facendo attenzione che non attacchi al tagliere. nel caso spolverare nuovamente il tagliere con la farina.

Prendere una parte dell’impasto grande quanto una polpetta e modellare un filoncino della grandezza di poco più di un dito. 

tagliare il filoncino in “quadrotti” per formare gli gnocchi.

A me piace fermarmi qui, la tradizione vorrebbe che gli gnocchi venissero passati con la forchetta per dare la forma e la rigatura tradizionale. Io li ho sempre preferiti lisci. 

Gnocchi di patate

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TENERIFE nei giorni del Coronavirus – Capitolo 3 –

Tenerife nei giorni del Coronavirus 3

7 marzo

Il telefono vibra ininterrottamente, è la sveglia. Mi basta un attimo e sono già in piedi. Normalmente ho bisogno di 10 minuti di decompressione prima di riuscire a capire di essere sveglia, figuriamoci ad alzarmi dal letto, ma i giorni di partenza il timore di un eventuale intoppo che mi faccia arrivare in ritardo mi fa reagire subito.  Continuo ad avere la sensazioni di essermi dimenticata qualcosa.

Sento le sveglie delle ragazze che suonano. Sorrido soddisfatta pensando a quanto siano responsabili e autonome.

Un salto in bagno, mi vesto, riordino il letto e corro giù per le scale per andare in cucina. 

Preparo il caffè, prendo 2 fette biscottate e sgranocchiandone una mi siedo per il consueto controllo dei social. Le ricette che ho pubblicato negli ultimi giorni hanno avuto successo. 

La sezione Pilates è invece ferma da un po’ di tempo, devo decidermi a pubblicare altri articoli. Prometto a me stessa di farlo al rientro da Tenerife. Nel frattempo si sono alzati tutti e passando dalla cucina hanno fatto la loro colazione. Lavo le tazze, riordino la cucina e salgo per gli ultimi preparativi. 

Il bagno è super affollato, un via vai frenetico ai lavandini. Decido di andare per ultima, intanto chiudo valigia e trolley. Passo alle camere delle ragazze, i letti sono già fatti manca solo di chiudere il loro bagaglio. Brave le mie ragazze!

Vado in bagno, lavo i denti, crema viso, mascara e lipgloss. Pronta! 

Ma sono certa che mi sto dimenticando qualcosa.

“Avete tutti la carta d’identità?” “Carica batterie?”….inizio un elenco di cose, ma in realtà sto cercando di capire cosa ho dimenticato io. 

Scendiamo tutti, ognuno con il nostro bagaglio. Federico, mio cognato, è appena arrivato davanti casa. Sono le 7.30, siamo perfetti sulla tabella di marcia prestabilita. 

Carichiamo la macchina, chiudiamo casa e partiamo. Direzione Milano Malpensa. 

Il viaggio in macchina procede abbastanza silenzioso. Federico, che di solito è molto spiritoso, è assorto dai suoi pensieri. La paura di volare lo sta sopraffacendo. 

“Ragazzi quando arriviamo all’aeroporto mettiamo tutti le mascherine” dico per distrarlo un po’.

“Stai scherzando?” replica Cristian. “Mamma io non la metto!” gli va subito dietro Alyssa. Inizia la mia battaglia, non cederò per nessun motivo. Sono attrezzatissima. Gel sanificante mani, salviette igienizzanti per le superfici con cui verremo in contatto, mascherine. Ho una missione: tenere al sicuro la mia famiglia. Non saranno i capricci di nessuno a fermarmi. 

Lasciamo la macchina al parcheggio a pagamento e veniamo accompagnati all’areoporto. Appena scesi inizia la mia nuova routine. Distribuisco il gel sanificante sulle mani di tutti e consegno le mascherine

Tra una lamentela e l’altra arriviamo al bar dell’aeroporto che ancora non tutti la indossiamo. Mi guardo intorno, il novanta per cento delle persone è senza mascherina. Mi sento paranoica, ma insisto nel farla indossare a tutti. Ci avviciniamo a un tavolo, di quelli alti per le colazioni in piedi, è distante dagli altri tavoli e dal bancone. Decido che è la scelta migliore.

Tiro fuori dallo zaino le mie salviette e inizio a igienizzarlo sotto gli occhi increduli di chi mi vede e la vergogna più totale delle mie figlie che vorrebbero farsi tanto piccole da scomparire. Stesso trattamento alle bottigliette dell’acqua che Cristian ha appena comprato. Beviamo un caffè e poi rinizia la mia battaglia.

Sono talmente insistente che alla fine anche Cristian e Alyssa mettono le mascherine. Sicuramente convinti per sfinimento, ma l’importante era raggiungere l’obiettivo. 

Gel sanificante sulle mani di tutti, mascherina e procediamo.

Fatto il check-in ci dirigiamo al gate. Un gruppo di cicloamatori ride e scherza con quello spirito che caratterizza chi sta andando a fare la vacanza che ha tanto desiderato. Bersaglio degli scherzi una ragazza dai capelli rossi, che ride ad ogni battuta stando al gioco.

Dopo la procedura per l’imbarco ci ritroviamo tutti ammassati davanti alla porta che dovrebbe portarci all’aereo. Le poche persone con la mascherina come noi, si lamentano per l’inconveniente. Una nonna dai capelli bianchi, in viaggio con la figlia e la nipotina si lamenta con il personale di terra. “Che senso ha prendere precauzioni se poi ci fate stare tutti ammassati e non possiamo mantenere le distanze?”.

Le viene spiegato che personale di bordo è in ritardo e che quindi non ci possono far salire sull’aereo. La signora continua a lamentarsi per un po’ ma senza ottenere risultati. 

Dopo minuti di attesa che sembrano eterni, le porte si aprono e possiamo salire. Arrivati al posto assegnatoci decidiamo di togliere le mascherine. Prima di partire in televisione dicevano di mantenere un metro di distanza tra le persone, più o meno dovrebbe esserci tra un sedile e l’altro.  

Un giro di gel sanificante per tutti, tanto per scrupolo.

Inizia il decollo e per Federico la tortura, per me invece il sonnifero. Fin da bambina ogni mezzo di trasporto per me è soporifero. Macchina, treno, aereo, nave, indifferentemente io dormo. 

Il mio sonno viene interrotto spesso, troppo spesso, dai cicloamatori a cui sono stati assegnati posti non vicini e per tutte le quattro ore e mezzo di viaggio si alzano in continuazione per scherzare e chiacchierare tra loro a voce alta, un po’ troppo alta. 

Continuo a pensare al metro di distanza e queste persone che fanno avanti e indietro vanificano il mio sforzo nel far indossare le mascherine. “Speriamo non siano di Milano e dintorni” penso. 

Il tempo in aereo viene scandito dalle routine del personale. Prima c’è la spiegazione delle procedure in caso di emergenza, poi il carrello con il pasto, una mezz’ora dopo il carrello per offrire il caffè e infine il ritiro del pattume. 

“Allacciate le cinture di sicurezza, la procedura di atterraggio sta per iniziare “. Ci siamo, Tenerife è sotto di noi.

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TENERIFE nei giorni del Coronavirus – Capitolo 2 –

Tenerife nei giorni del Coronavirus  2 

La camminata in campagna con i cani è un vero toccasana, il sole scalda la pelle e la mia anima livornese che non riesce ad adattarsi al clima carpigiano.

Il telefono vibra, messaggio whatsapp. “Mamma cosa si mangia?”. Alyssa ha fame.

Guardo l’orario sul telefono, sono le 13.40. Cerco di ricordare cosa ho in dispensa e in frigorifero, per poter mettere in tavola qualcosa. “In frigo ci sono mozzarelle e pomodori, facciamo una caprese?”. La risposta è immediata “Okok”. 

Da quando Camilla ha iniziato l’università a Firenze, a pranzo siamo sempre solo io e Alyssa. 

Rimetto i guinzagli a Trilly e Dusty, allungo il passo e mi dirigo verso casa.

Appena entro controllo la chat della compagnia aerea, 234 minuti di attesa. La metà  del tempo è stata superata, continuo a essere ottimista. 

Vado in cucina, Alyssa ha già affettato i pomodori e la mozzarella. Brava la mia ragazza. Prendo qualche foglia di basilico dalla piantina che ho acquistato qualche giorno fa, le tagliuzzo sopra alla caprese, olio sale e il pranzo è servito. 

Lavo i piatti, riordino la cucina e vado al computer, 234 minuti di attesa. Ma com’è possibile? non è cambiato niente? 

La “rotellina” che segnala il funzionamento della chat continua a girare. Si prendono anche il lusso di non fare i turni per il pranzo??

“Mammaaa, leggi i messaggi!!!” urla Alyssa che è da poco salita in camera sua. “Papà vuole sapere se ci sono novità per il viaggio. Sei riuscita a cancellare il volo?”  le dico di rispondere che sono ancora in attesa di comunicare con qualcuno.

Passo un paio d’ore sistemando vecchi articoli pubblicati sul blog. Quando anni fa iniziai a pubblicare ricette non avrei mai immaginato che dietro ci fosse così tanto lavoro. Cucinare è solo l’inizio. Scrivere la ricetta utilizzando un linguaggio che facilmente faccia capire i vari passi da seguire è stata sempre la parte più lunga. Poi si deve fotografare il piatto. Negli anni ho imparato ad avere un occhio più attento, mi sono documentata un po’ per imparare come allestire il “set fotografico”. Se guardo le foto delle prime ricette mi rendo conto fossero scandalosamente insignificanti. Ogni volta che cucino un piatto già pubblicato faccio nuove foto per sostituire le vecchie. Oggi sistemerò un paio di articoli.

Controllo la chat. La rotellina gira ancora ma..234 minuti di attesaAAARGHH!!  

La rabbia sale alle stelle. Si è impallato il sistema. Tutte queste ore di attesa sono state inutili.

Il telefono vibra “Mamma, cosa devo fare? Lo compro il biglietto del treno?”. Camilla, 21 anni, vuole sapere se tornare a casa da Firenze. Probabilmente se non fosse per fare questo viaggio in famiglia non tornerebbe a Carpi questa settimana.

“Sì Tata, non sono riuscita a cancellare il viaggio e in aeroporto dicono sia tutto nella norma. A questo punto penso che partiremo.”

Comunico la stessa notizia sulla chat “Family”. Mio marito Cristian ed io abbiamo preso quante più informazioni possibili, per quanto io possa essere poco serena, sembra che non ci siano particolari controindicazioni a partire.

Esco di corsa e vado in farmacia. Milano è stata dichiarata zona focolaio e anche se continuano a dire che servono solo a chi è infetto, mi farebbe stare più tranquilla indossare le mascherine. Quelle che avevo ordinato su Amazon diversi giorni fa non sono ancora arrivate.  Pensare che quando le ordinai sembrava fossi matta! Sono certa che  faranno tutti delle storie per metterle, ma sarò intransigente con tutti, marito e cognato compresi.

In farmacia i miei timori vengono confermati. Le mascherine vengo rifornite in piccole quantità, ma sono già finite.

Accidenti! Devo trovare una soluzione. Rientro a casa sconfitta e inizio a preparare la cena.

A tavola si inizia a parlare della vacanza, della voglia di sole e del primo tuffo nell’oceano. Non abbiamo l’entusiasmo che caratterizza la vigilia dei nostri viaggi,  ma a questo punto cerchiamo tutti di entrare nel giusto mood.

6 Marzo

La giornata promette frenesia.

Come mia abitudine preparo la lista del necessario per il viaggio scrivendo nelle “Note” del telefono. Le ragazze sono autonome già da tempo nel preparare i propri bagagli, a me resta solo il compito di aggiungere al mio ciò che è di uso comune. Dentifricio, spazzole, asciugacapelli, medicine….

Una riordinata veloce alla camera, infilo i jeans neri e il maglioncino bianco (decisamente il miglior acquisto di quest’inverno, morbido e caldo come piace a me). Dusty mi gironzola intorno sperando in una passeggiata. Questa volta rimarrà deluso.

Vado in in bagno mi guardo allo specchio e come ogni mattina vedo i segni del tempo che diventano sempre più evidenti.

I miei quarantanove anni sono ormai alle porte, ma in fondo non posso lamentarmi, continuo a dimostrare qualche anno in meno della mia età. Crema, mascara, lipgloss e pronta ad uscire.

Mi dirigo alla macchina e intanto approfitto per fare una telefonata.

“Ciao Rossella, il viaggio è confermato. A che ora posso portarti Dusty?”. Rossella è una ragazza fantastica che gestisce quello che io definisco un “asilo per cani”.

Grandi spazi recintati in campagna dove cani di varie taglie e razze scorrazzano dopo aver imparato a socializzare tra loro. Ogni tanto lascio da lei Dusty a giornata per farlo sfogare un po’, ma nella settimana che saremo a Tenerife lo terrà con sé anche per la notte. Rimaniamo d’accordo di incontrarci alla casa in campagna a mezzogiorno.

Arrivo in farmacia, voglio fare un altro tentativo. Nessun nuovo arrivo di mascherine. Uscendo sento che alla signora che era  in fila dietro di me viene detto che il gel sanificante per le mani è finito. Fortuna che quello l’avevo comprato appena si era sentito parlare di Coronavirus.

Entro in macchina e mentre mi dirigo nel negozio che vende prodotti per animali, telefono a una mia amica.

“Ciao Alessandra, scusa se ti rompo le scatole. Tuo marito è riuscito a trovare le mascherine?”.

Mi risponde che forse riesce a trovarne 4 per me entro sera, ci diamo qualche aggiornamento su figlie, mariti e cani. Alessandra è molto più spaventata di me per questo virus, cerco di rassicurarla un po’. Lei confessa che scapperebbe a Tenerife con noi molto volentieri. Mi fa promettere di fare un bagno anche per lei e ci diamo appuntamento telefonico per dopo le 17.

Il bagno nell’oceano? Un brivido percorre la mia schiena al pensiero di quanto sarà freddo, non credo che riuscirò a mantenere la promessa.

Arrivo a destinazione, compro le crocchette per i miei pelosi e rientro a casa.

Sono già a metà giornata e devo ancora organizzare tantissime cose.

L’accoglienza dei miei “cuccioli” entrando in casa è sempre una coccola speciale, mi mancheranno terribilmente mentre saremo via. Prendo guinzaglio e pettorina di Dusty, e usciamo di fretta lasciando Trilly che delusa ci guarda uscire.

Accidenti, ho dimenticato di lasciare un paio di incarichi ad Alyssa! “Aly, per piacere dai l’aspirapolvere nella zona giorno” le dico al telefono. Non sopporto l’idea di tornare a casa dalle vacanze e trovare la casa in disordine o ancor peggio sporca. Questa volta non potrò lasciarla come vorrei, ma almeno il minimo devo sapere che è stato fatto. Alyssa neanche sbuffa, ormai conosce le mie fissazioni e si rende disponibile alla prima richiesta. 

Rossella ci accoglie con il suo solito entusiasmo e Dusty è così felice di poter correre in campagna che quasi non mi da il tempo di salutarlo. Una coccola, un bacio sul quel muso grigio che adoro e via! Riparto.

Un pranzo veloce e subito salgo in camera a preparare il trolley. Ogni tanto urlo da una stanza all’altra “hai messo il costume?”, “le infradito te le sei ricordate”, “il bagnoschiuma e il doposole non li porto, la nonna ce li fa trovare là!”. Alyssa risponde sempre più scocciata, ma sono certa dal modo in cui ha risposto che alcune delle cose che le ho ricordato le avrebbe lasciate a casa.

I miei suoceri sono già a Tenerife. Sono loro il motivo per cui è stato organizzato il viaggio. Da undici anni partono intorno ai primi di novembre e rientrano a maggio. E’ la prima volta che andiamo a trovarli nonostante ce lo abbiano chiesto ogni anno.

Il pomeriggio passa velocemente tra una cosa da metter in valigia e il riordinare la casa. Alle 17 come promesso Alessandra mi telefona per dirmi che ha le mascherine e di passare a prenderle appena ho un attimo.

Decido di far partire l’ultima lavatrice, poi prendo Trilly e la porto dalla zia di Cristian che si è resa disponibile a tenerla in nostra assenza. 

Salutare i pelosi mi lascia sempre un po’ con il nodo alla gola. “Sto invecchiando” penso “neanche quando lasciavo le bimbe all’asilo mi sentivo così”. Sorrido da sola dei miei pensieri.

Passo da Alessandra che mi consegna al volo le mascherine “Ringrazia tuo marito, mi sento molto più tranquilla adesso!” e scappo rincorrendo il tempo che ormai sta esaurendo.

A casa trovo già Camilla, Cristian uscendo dall’ufficio è passato a prenderla alla stazione dei treni.  Che bello averla a casa. 

“Ragazzi stasera pizza, così non ci sono piatti da lavare e la cucina resta ordinata!” dichiaro. L’idea viene preso subito con entusiasmo.

Sono distrutta, mi sdraio nel letto ma la mente continua a pensare a cosa mi sono dimenticata. 

Domani sveglia alle 6.30. Mi addormento con un ultimo pensiero “Fortuna che ho trovato le mascherine!“.

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TENERIFE nei giorni del Coronavirus – Capitolo 1 –

Tenerife nei giorni del Coronavirus 

La nostra avventura inizia l’ultima settimana di gennaio, quando le notizie sui contagi da Coronavirus diventano allarmanti e quella che tutti volevano farci credere una normale influenza, si scopre che in realtà di normale non ha proprio niente. 

Il viaggio era già stato organizzato da tempo, ma le scuole chiuse in tutta l’Emilia Romagna, ovvero dove abitiamo, per prevenire i contagi ci fanno decidere che annullare il viaggio sarebbe la scelta più giusta. 

Iniziamo a contattare la compagnia aerea via mail, spiegando le ottime ragioni per cui vorremmo cancellare il volo, ma ci rendiamo conto solo più tardi che la compagnia si prende 28 giorni di tempo per rispondere alle mail ricevute. Caspita! 28 giorni? la data di partenza è tra 10. AAARGHH!!  

Okay, non scoraggiamoci. Proviamo con il contatto telefonico che troviamo sul sito, ovviamente numero a pagamento. Passati minuti infiniti di attesa e 15 euro decurtati dal credito, cade la linea.

DOPPIO AAARGHH!!

I giorni passano e di comunicare con la compagnia aerea non se ne parla proprio, sono solo soldi buttati.

5 Marzo

Mancano 2 giorni alla partenza, le scuole di ogni ordine grado sono chiuse da due settimane in alcune regioni e province, nel resto di Italia chiudono a partire da oggi.

Non vogliamo partire, ma neanche perdere i soldi ormai spesi, il viaggio per 5 persone non è costato poco.  

Tentiamo l’ultima carta. Sul sito della compagnia aerea si può comunicare via “chat online”.

Invio la mia domanda alla chat e sul mio macbook si apre una nuova finestra.

TENERIFE nei giorni del Coronavirus
TENERIFE nei giorni del Coronavirus

Wow!!! Ci siamo. “Un nostro operatore sarà disponibile a breve.” Evvaiiii!!! 

Continuo a leggere….“La tua posizione nella lista di attesa è 356.” GULP!! Okay, ci sarà da spettare un po’, continuo a leggere speranzosa…. “il tempo di attesa è di circa 525 minuti e 56 secondi” ehmmm…   sono sempre stata brava in matematica, ma i conti veloci non sono mai stati il mio forte, però ovviamente riesco a rendermi conto che non sarà una breve attesa. La mia mente inizia a calcolare: 2 ore 120 minuti, 4 ore 240 minuti, 8 ore 480….. 8 Ore? DOPPIO GUUUULPP!!  Prendo il mio iPhone e faccio la divisione per avere un’idea più precisa. Solo 8,76666667 ore. Alla faccia dell’operatore disponibile a breve!!!! Ma in quanti sono al centralino, due??

Inizia la lunga attesa, in fondo sono solo le 8.30 del mattino, prima di sera dovrei riuscire a parlare con qualcuno.

Nella mia mente però inizia a prendere forma l’idea che, a differenza del matrimonio di Renzo e Lucia,  il “viaggio s’ha da fare!”. Ma dov’è Don Rodrigo quando serve!!! 

Dopo aver verificato che i tempi previsti di attesa sono più o meno veritieri, inizio la mia routine quotidiana.

Accantono per il momento il pensiero di una partenza che ancora non è stata organizzata e metto in ordine i pensieri. Salgo al piano di sopra, apro la finestra della camera, l’aria fredda mi prende di sorpresa. Io non amo il freddo! Mi infilo un maglioncino sopra al pigiama e riordino la camera. 

Vado a dare un occhiata ad Alyssa, mia figlia 16enne. Si è svegliata già da tempo e si sta esercitando con una versione di latino. Raccolgo un paio di calzini, tiro meglio le coperte del suo letto e prima di uscire dalla sua stanza non manca il mio consueto “prima di scendere per il pranzo la camera deve essere in ordine!”. La sento sospirare e poi un “Sì, mamma” scocciato. Sorrido.

Scendo le scale, faccio partire la lavatrice e adesso devo dedicarmi al lavoro. Torno davanti al computer e finisco le registrazioni del mese di febbraio, controllo le mail, un paio di telefonate, una alla commercialista per confrontarci sulle prossime cose da fare.

Ogni tanto controllo la chat della compagnia aerea, nessun scatto entusiasmante nello smaltimento lista d’attesa. 

La lavatrice sta suonando la sua musichetta per avvertirmi che il ciclo è finito. Passo il bucato dalla lavatrice all’asciugatrice e torno al computer a lavorare.

Dusty, il mio labrador Silver di un anno e mezzo, inizia ad essere inquieto. Guardo l’orologio, le 13.00. Caspita ha ragione, l’ora della sua passeggiata è passata da tempo! Salgo di corsa in camera infilo un paio di jeans e un maglione beige pesante. Il mio trucco quotidiano è di poche pretese: crema viso, un pò di mascara e un lipgloss per non far screpolare le labbra. Pronta!

Dusty ha capito che è il suo momento e si agita sempre di più. Trilly invece, la piencher chihuahua con 11 anni di esperienza, inizia a muoversi solo adesso che vede infilarmi le scarpe. Acciambellata sullo schienale della poltrona, alza la testa e verifica che le scarpe siano quelle da passeggiata, si convince che effettivamente stiamo per uscire. Una stiracchiata, uno sbadiglio e salta giù dalla poltrona.

Prendo le pettorine e i guinzagli, procedo alla preparazione di entrambi i cani e usciamo.  No, no, no!!! Aspetta!!! Torno indietro e controllo la chat, 358 minuti, immaginavo di avere tempo ma era meglio controllare. 

L’aria è fresca, il sole ha già alzato le temperature. Arriviamo nel nostro solito posto e libero i miei pelosi. Inizio a pensare al viaggio, sarebbe la prima volta che andiamo al mare durante i mesi invernali, che peccato dover rinunciare. E se non ci riuscissimo a cancellare il viaggio? 

La passeggiata continua con mille pensieri in testa. Devo iniziare a organizzarmi nel caso in cui non dovessero rimborsarci il viaggio e quindi fossimo costretti a partire. Inizio mentalmente a fare la lista delle cose da fare.

Devo salire in mansarda a prendere valigia e trolley, passare al supermercato per prendere shampoo, maschera per capelli…. La mia mente ha preso il via, modalità mamma in viaggio ON.

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Melanzane a Funghetto

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Le Melanzane a Funghetto è una ricetta di origine napoletana. Esiste la versione con pomodoro o senza, la seconda è quella che preferisco e che vi propongo.

Io sono una grande amante delle melanzane, a Livorno si usa metterle anche nel 5 e 5, che è un tipico panino con la Torta di Ceci. Se non lo conosci ti consiglio di leggere la ricetta della Torta di Ceci e del Pan Francese.

Ma torniamo alle Melanzane a Funghetto, che possono essere servite come contorno o come farcitura di toast e panini, oppure ancora come ripieno in una torta salata. 

Che ne dite, allacciamo il grembiule e le cuociamo?? 

INGREDIENTI
  • 3 grosse melanzane nere
  • 200 g olio extravergine d’oliva (da mettere poco per volta all’occorrenza)
  • aglio
  • prezzemolo tritato
  • sale
  • pepe
PREPARAZIONE

Dividere in 4 spicchi le melanzane, eliminare la parte centrale con i semi e tagliare il resto a cubetti di un paio di centimetri.

Trasferirle in un colapasta, salarle e lasciare riposare per una mezz’ora  per far perdere l’acqua di vegetazione, così perderanno l’amaro.

Dopo circa mezz’ora, far scaldare poco d’olio e far rosolare l’aglio.

Togliere l’aglio dalla padella, strizzare leggermente le melanzane e poi, cuocerle su fuoco medio. La tradizione vorrebbe in abbondante olio, io preferisco mettere giusto quello che serve per non farle attaccare, aggiungendone un poco alla volta se necessario.

Salate, pepate e completate con abbondante prezzemolo tritato.

Le Melanzane a Funghetto sono buone sia servite calde che fredde e si possono conservare per qualche giorno in frigorifero in un contenitore con chiusura ermetica.

Se ti è piaciuta questa ricetta, prova anche la Spirale di Verdure.

Melanzane a Funghetto

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