Tenerife nei giorni del Coronavirus 2
La camminata in campagna con i cani è un vero toccasana, il sole scalda la pelle e la mia anima livornese che non riesce ad adattarsi al clima carpigiano.
Il telefono vibra, messaggio whatsapp. “Mamma cosa si mangia?”. Alyssa ha fame.
Guardo l’orario sul telefono, sono le 13.40. Cerco di ricordare cosa ho in dispensa e in frigorifero, per poter mettere in tavola qualcosa. “In frigo ci sono mozzarelle e pomodori, facciamo una caprese?”. La risposta è immediata “Okok”.
Da quando Camilla ha iniziato l’università a Firenze, a pranzo siamo sempre solo io e Alyssa.
Rimetto i guinzagli a Trilly e Dusty, allungo il passo e mi dirigo verso casa.
Appena entro controllo la chat della compagnia aerea, 234 minuti di attesa. La metà del tempo è stata superata, continuo a essere ottimista.
Vado in cucina, Alyssa ha già affettato i pomodori e la mozzarella. Brava la mia ragazza. Prendo qualche foglia di basilico dalla piantina che ho acquistato qualche giorno fa, le tagliuzzo sopra alla caprese, olio sale e il pranzo è servito.
Lavo i piatti, riordino la cucina e vado al computer, 234 minuti di attesa. Ma com’è possibile? non è cambiato niente?
La “rotellina” che segnala il funzionamento della chat continua a girare. Si prendono anche il lusso di non fare i turni per il pranzo??
“Mammaaa, leggi i messaggi!!!” urla Alyssa che è da poco salita in camera sua. “Papà vuole sapere se ci sono novità per il viaggio. Sei riuscita a cancellare il volo?” le dico di rispondere che sono ancora in attesa di comunicare con qualcuno.
Passo un paio d’ore sistemando vecchi articoli pubblicati sul blog. Quando anni fa iniziai a pubblicare ricette non avrei mai immaginato che dietro ci fosse così tanto lavoro. Cucinare è solo l’inizio. Scrivere la ricetta utilizzando un linguaggio che facilmente faccia capire i vari passi da seguire è stata sempre la parte più lunga. Poi si deve fotografare il piatto. Negli anni ho imparato ad avere un occhio più attento, mi sono documentata un po’ per imparare come allestire il “set fotografico”. Se guardo le foto delle prime ricette mi rendo conto fossero scandalosamente insignificanti. Ogni volta che cucino un piatto già pubblicato faccio nuove foto per sostituire le vecchie. Oggi sistemerò un paio di articoli.
Controllo la chat. La rotellina gira ancora ma..234 minuti di attesa! AAARGHH!!
La rabbia sale alle stelle. Si è impallato il sistema. Tutte queste ore di attesa sono state inutili.
Il telefono vibra “Mamma, cosa devo fare? Lo compro il biglietto del treno?”. Camilla, 21 anni, vuole sapere se tornare a casa da Firenze. Probabilmente se non fosse per fare questo viaggio in famiglia non tornerebbe a Carpi questa settimana.
“Sì Tata, non sono riuscita a cancellare il viaggio e in aeroporto dicono sia tutto nella norma. A questo punto penso che partiremo.”
Comunico la stessa notizia sulla chat “Family”. Mio marito Cristian ed io abbiamo preso quante più informazioni possibili, per quanto io possa essere poco serena, sembra che non ci siano particolari controindicazioni a partire.
Esco di corsa e vado in farmacia. Milano è stata dichiarata zona focolaio e anche se continuano a dire che servono solo a chi è infetto, mi farebbe stare più tranquilla indossare le mascherine. Quelle che avevo ordinato su Amazon diversi giorni fa non sono ancora arrivate. Pensare che quando le ordinai sembrava fossi matta! Sono certa che faranno tutti delle storie per metterle, ma sarò intransigente con tutti, marito e cognato compresi.
In farmacia i miei timori vengono confermati. Le mascherine vengo rifornite in piccole quantità, ma sono già finite.
Accidenti! Devo trovare una soluzione. Rientro a casa sconfitta e inizio a preparare la cena.
A tavola si inizia a parlare della vacanza, della voglia di sole e del primo tuffo nell’oceano. Non abbiamo l’entusiasmo che caratterizza la vigilia dei nostri viaggi, ma a questo punto cerchiamo tutti di entrare nel giusto mood.
6 Marzo
La giornata promette frenesia.
Come mia abitudine preparo la lista del necessario per il viaggio scrivendo nelle “Note” del telefono. Le ragazze sono autonome già da tempo nel preparare i propri bagagli, a me resta solo il compito di aggiungere al mio ciò che è di uso comune. Dentifricio, spazzole, asciugacapelli, medicine….
Una riordinata veloce alla camera, infilo i jeans neri e il maglioncino bianco (decisamente il miglior acquisto di quest’inverno, morbido e caldo come piace a me). Dusty mi gironzola intorno sperando in una passeggiata. Questa volta rimarrà deluso.
Vado in in bagno mi guardo allo specchio e come ogni mattina vedo i segni del tempo che diventano sempre più evidenti.
I miei quarantanove anni sono ormai alle porte, ma in fondo non posso lamentarmi, continuo a dimostrare qualche anno in meno della mia età. Crema, mascara, lipgloss e pronta ad uscire.
Mi dirigo alla macchina e intanto approfitto per fare una telefonata.
“Ciao Rossella, il viaggio è confermato. A che ora posso portarti Dusty?”. Rossella è una ragazza fantastica che gestisce quello che io definisco un “asilo per cani”.
Grandi spazi recintati in campagna dove cani di varie taglie e razze scorrazzano dopo aver imparato a socializzare tra loro. Ogni tanto lascio da lei Dusty a giornata per farlo sfogare un po’, ma nella settimana che saremo a Tenerife lo terrà con sé anche per la notte. Rimaniamo d’accordo di incontrarci alla casa in campagna a mezzogiorno.
Arrivo in farmacia, voglio fare un altro tentativo. Nessun nuovo arrivo di mascherine. Uscendo sento che alla signora che era in fila dietro di me viene detto che il gel sanificante per le mani è finito. Fortuna che quello l’avevo comprato appena si era sentito parlare di Coronavirus.
Entro in macchina e mentre mi dirigo nel negozio che vende prodotti per animali, telefono a una mia amica.
“Ciao Alessandra, scusa se ti rompo le scatole. Tuo marito è riuscito a trovare le mascherine?”.
Mi risponde che forse riesce a trovarne 4 per me entro sera, ci diamo qualche aggiornamento su figlie, mariti e cani. Alessandra è molto più spaventata di me per questo virus, cerco di rassicurarla un po’. Lei confessa che scapperebbe a Tenerife con noi molto volentieri. Mi fa promettere di fare un bagno anche per lei e ci diamo appuntamento telefonico per dopo le 17.
Il bagno nell’oceano? Un brivido percorre la mia schiena al pensiero di quanto sarà freddo, non credo che riuscirò a mantenere la promessa.
Arrivo a destinazione, compro le crocchette per i miei pelosi e rientro a casa.
Sono già a metà giornata e devo ancora organizzare tantissime cose.
L’accoglienza dei miei “cuccioli” entrando in casa è sempre una coccola speciale, mi mancheranno terribilmente mentre saremo via. Prendo guinzaglio e pettorina di Dusty, e usciamo di fretta lasciando Trilly che delusa ci guarda uscire.
Accidenti, ho dimenticato di lasciare un paio di incarichi ad Alyssa! “Aly, per piacere dai l’aspirapolvere nella zona giorno” le dico al telefono. Non sopporto l’idea di tornare a casa dalle vacanze e trovare la casa in disordine o ancor peggio sporca. Questa volta non potrò lasciarla come vorrei, ma almeno il minimo devo sapere che è stato fatto. Alyssa neanche sbuffa, ormai conosce le mie fissazioni e si rende disponibile alla prima richiesta.
Rossella ci accoglie con il suo solito entusiasmo e Dusty è così felice di poter correre in campagna che quasi non mi da il tempo di salutarlo. Una coccola, un bacio sul quel muso grigio che adoro e via! Riparto.
Un pranzo veloce e subito salgo in camera a preparare il trolley. Ogni tanto urlo da una stanza all’altra “hai messo il costume?”, “le infradito te le sei ricordate”, “il bagnoschiuma e il doposole non li porto, la nonna ce li fa trovare là!”. Alyssa risponde sempre più scocciata, ma sono certa dal modo in cui ha risposto che alcune delle cose che le ho ricordato le avrebbe lasciate a casa.
I miei suoceri sono già a Tenerife. Sono loro il motivo per cui è stato organizzato il viaggio. Da undici anni partono intorno ai primi di novembre e rientrano a maggio. E’ la prima volta che andiamo a trovarli nonostante ce lo abbiano chiesto ogni anno.
Il pomeriggio passa velocemente tra una cosa da metter in valigia e il riordinare la casa. Alle 17 come promesso Alessandra mi telefona per dirmi che ha le mascherine e di passare a prenderle appena ho un attimo.
Decido di far partire l’ultima lavatrice, poi prendo Trilly e la porto dalla zia di Cristian che si è resa disponibile a tenerla in nostra assenza.
Salutare i pelosi mi lascia sempre un po’ con il nodo alla gola. “Sto invecchiando” penso “neanche quando lasciavo le bimbe all’asilo mi sentivo così”. Sorrido da sola dei miei pensieri.
Passo da Alessandra che mi consegna al volo le mascherine “Ringrazia tuo marito, mi sento molto più tranquilla adesso!” e scappo rincorrendo il tempo che ormai sta esaurendo.
A casa trovo già Camilla, Cristian uscendo dall’ufficio è passato a prenderla alla stazione dei treni. Che bello averla a casa.
“Ragazzi stasera pizza, così non ci sono piatti da lavare e la cucina resta ordinata!” dichiaro. L’idea viene preso subito con entusiasmo.
Sono distrutta, mi sdraio nel letto ma la mente continua a pensare a cosa mi sono dimenticata.
Domani sveglia alle 6.30. Mi addormento con un ultimo pensiero “Fortuna che ho trovato le mascherine!“.
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