Tenerife nei giorni del Coronavirus 4
Un po’ stravolti dal viaggio, ritiriamo i bagagli e usciamo dall’aeroporto. Nonna Dimma è lì ad aspettarci con lo smartphone in mano che registra un video per immortalare la famiglia che finalmente è tutta riunita a Tenerife.
Proprio in questo momento ci rendiamo conto che niente sarà normale. Il Coronavirus, che a Tenerife conta soltanto 13 casi ben isolati, ha ormai infettato le nostre menti. Nessun bacio, nessun abbraccio. I nonni sono i più a rischio e anche se noi ci sentiamo tutti bene, nessuno ci ha controllato. Nessun tampone o controllo di temperatura a Milano, né tantomeno a Tenerife. Meglio evitare il contatto fisico. La sensazione è strana e trattenersi è difficile.
Tenerife ha un clima asciutto, intorno all’aeroporto ci sono grandi spazi aridi. Le zone verdi sono evidentemente artificiali e curate in modo ineccepibile. Palme e piante grasse di ogni genere sono lungo tutte le strade. Il cielo è limpidissimo e la temperatura è perfetta, calda ma mai tanto da farti sudare. Chiudo gli occhi, inspiro profondamente e cerco di rilassare le spalle. Siamo in vacanza, ma la mia mente ancora non l’ha capito.
Il residence in cui alloggiamo è formato da una serie di villette a schiera giallo tenue disposte in modo concentrico con all’interno uno spazio verde curato e nella zona più ampia la piscina attualmente chiusa per restauro.
Non è un complesso lussuoso, ha una semplicità tutta sua. Si respira serenità. Nonostante il totale dei residenti e vacanzieri sia numeroso, c’è una quiete davvero piacevole.
Il nostro bilocale è esattamente di fianco a quello dei nonni. Romano e Dimma, abbronzati da fare invidia, hanno organizzato tutto alla perfezione, sono davvero felici di vederci qui, in questo posto che loro amano tanto.
Il tempo di sistemare i bagagli e di fare una doccia ed è già ora di cena. Dimma ha preparato delle buonissime orate. A tavola si respira finalmente aria di vacanza. Allegria e spensieratezza finalmente sono presenti, anche grazie al continuo stuzzicarsi di Federico e Cristian che, nonostante l’età, si punzecchiano con dispettucci ripetutamente. Camilla e Alyssa ne sono molto divertite. “Pensa cosa potevano essere da piccoli!” esclama Dimma alzando gli occhi al cielo. Vedere le mie ragazze sorridenti mi riempie il cuore.
Un po’ di chiacchiere, qualche commento sulla situazione coronavirus a Codogno e nel lodigiano e basta ancora poco che la stanchezza del viaggio fa capolino. “Buonanotte a tutti” e ci diamo appuntamento per la mattina dopo.
8 Marzo
“Auguri!!”. Oggi è il compleanno di Alyssa, sedici anni. Fin da piccola Alyssa è stata solare e casinista. La sua presenza è sempre palese, se non parla canta. Esterna ogni suo stato d’animo con un pizzico di esagerazione, sia in tristezza che in allegria. Alcune brutte esperienze l’hanno un po’ incupita, ma nelle giornate buone è l’Alyssa che tutti noi conosciamo, con la sua innata festosità è travolgente.
Abbiamo deciso di festeggiarla facendo una passeggiata sul litorale di Los Cristianos e di fermarci a pranzo in uno dei ristorantini che costeggiano il lungomare. Obiettivo: Paella! A noi si uniranno Doretta e Giorgio, sorella e cognato di Dimma, anche loro passano diversi mesi l’anno qui a Tenerife da diverso tempo.
Ci siamo svegliati presto, anche se la differenza è di solo un’ora, il fuso orario ha probabilmente il suo effetto. Facciamo colazione tutti insieme da Dimma. Romano è già andato al bar per comprarci le brioche e farcele trovare sul tavolo. Caffè, tè, succo d’arancia, non manca proprio niente, neanche le uova strapazzate per Federico. “E’ ufficialmente il mio bar preferito di Tenerife!” esclamo scherzando “credo che torneremo tutti i giorni”. Ridiamo tutti insieme.
Alyssa e Camilla sono già sparite, ognuna in videochiamata con il rispettivo fidanzato.
Noi adulti invece, dopo aver letto un post su Facebook, accendiamo il televisore e apprendiamo che la nostra provincia è stata dichiarata zona rossa insieme ad altre province Emiliane e l’intera regione Lombardia, per combattere il propagarsi del virus Covid-19.
Siamo sconvolti, la chat whatsapp di lavoro sta impazzendo. Le direttive del decreto non sono chiare, non si capisce se l’ufficio deve chiudere o se dobbiamo aprire al pubblico. Le impiegate e i collaboratori non sanno come comportarsi. Il Caos prende il sopravvento. Federico e Cristian cercano di capire come organizzare il loro lavoro e a distanza è tutto più complicato. Camilla, che è appena entrata nella stanza ed ha capito la situazione, propone di tornare subito a casa. Decidiamo di parlarne in un secondo momento. Adesso abbiamo tutti altre priorità.
Zona rossa significa che non si possono oltrepassare i confini del proprio comune se non per comprovata necessità di salute o lavoro. Decido di andare a cercare ed informare Alyssa, prima che lo sappia da fonti diverse.
Trovo Alyssa sdraiata sul suo letto che chiacchiera in videochiamata con il suo fidanzato.
Cerco di dare loro la notizia il più delicatamente possibile, spiegando che al ritorno a casa non potranno vedersi per un po’ perché vivono in due comuni diversi. Cala il silenzio. Vedo gli occhi di Alyssa che si riempiono di lacrime. Aggiungo subito “Pensate a quanto siete fortunati, vivete nell’era della tecnologia. Potrete vedervi tutti i giorni. Ovviamente non sarà come abbracciarsi, ma starete sempre in contatto”.
Mi rendo conto mentre parlo che è una magra consolazione e che mai potranno capire cosa avrebbe significato la stessa situazione negli anni ’80, quando ad avere la loro età era la mia generazione. Come possono capire la fortuna che hanno?
Mi allontano e li lascio assimilare la notizia, ma per non permettere loro di intristirsi troppo li saluto con un “Dieci minuti e poi preparati, usciamo con tutta la famiglia”.
Non riesco a decifrare il sentimento che provo uscendo dalla stanza. Rabbia? Tristezza? Caspita ma proprio oggi che è il suo compleanno doveva arrivare questa notizia? Penso a Codogno e quello che sta succedendo nella mia Italia, certo è niente in confronto a quello che stanno passando là tanti ragazzi della sua età. Sistemeremo la giornata e anche i prossimi giorni di vacanza. Quando torneremo a casa affronteremo il resto. Abbiamo ancora una settimana di spensieratezza e mi impegnerò perché resti un bel ricordo nella memoria di tutti noi, ma soprattutto delle mie ragazze, se lo meritano.
Ci prepariamo tutti. Che bello mettere i vestiti estivi con i loro colori allegri che mettono di buon umore.
Infilo una maglia a maniche corte e un pantaloncino. Per oggi rinuncio alle infradito visto che dovremo camminare un po’ e indosso un paio di sneakers. Passo davanti allo specchio “ma quanto sono bianca!”. Meglio soprassedere.
Crema viso, mascara, lipgloss e sono pronta per la mia missione di oggi. Festeggiare Alyssa.
Siamo tutti pronti, sono arrivati anche Doretta e Giorgio che alloggiano poche villette più in là. Decidiamo di arrivare a Los Cristianos con i mezzi pubblici e rientrare dopo pranzo a piedi per smaltire il pranzo che faremo.
Davanti al residence c’è la fermata dell’autobus che arriva dopo pochissimi minuti di attesa, saliamo tutti insieme e ci accomodiamo. Per la prima volta vediamo, dal finestrino, Las Americas e subito dopo Los Cristianos. Mi colpisce vedere il lusso di alcuni alberghi e la semplicità di ciò che li circonda. Strade, negozi e locali sono all’insegna della semplicità. Ho sempre amato le coesistenza di contrapposizioni. Questo posto mi piace sempre di più.
Il lungomare è completamente costeggiato da ristorantini, bar, gelaterie e negozi di souvenir, tutti rigorosamente all’aperto, con ombrelloni e pergole bianche per creare le zone d’ombra. Da ogni locale esce musica, è tutto allegro e poco formale, ma allo stesso tempo ordinato e rilassante.
Tra i tanti ristoranti ne scegliamo uno, senza un vero motivo, quello che l’istinto ci dice che farà un paella memorabile.
Il paesaggio è mozzafiato e la camminata è stata davvero piacevole, Alyssa però non accenna a un sorriso. Cerchiamo tutti di coinvolgerla, ma niente riesce a distrarla dai suoi pensieri.
Decidiamo di ordinare paella e sangria per tutti. Alyssa sgrana gli occhi “Anche per me?” dice incredula. Le diciamo che per festeggiare i 16 anni un bicchiere di sangria lo potrà assaggiare e finalmente iniziamo a vedere uno spiraglio di allegria nei suoi occhi.
Le risate non mancano per tutto il pranzo, la paella è molto buona e la sangria rende tutti più rilassati. Per qualche ora riusciamo a dimenticare tutti i problemi che abbiamo lasciato a casa, Covid-19 compreso. Alyssa sorride e noi con lei. Missione compiuta!
La giornata passa in fretta, qualche piccolo acquisto e poi qualcuno torna al residence a piedi, qualcun altro in autobus.
Una doccia e poi una sbirciatina ai social. Decido di comportarmi come in qualunque altra vacanza e quindi di postare le foto su Facebook, che ormai è diventato il mio archivio foto. Creo l’album “Tenerife” e inizio a inserire i nostri nuovi ricordi. Come prevedibile le reazioni degli amici a casa sono svariate. C’è chi dichiara una sana invidia, chi ci consiglia di non tornare casa dove le vittime da Covid-19 aumentano, chi disapprova il postare foto rilassate quando l’Italia sta soffrendo e chi invece gode di riflesso della nostra apparente spensieratezza e dei panorami che ho fotografato.
Tutte reazioni comprensibili, ogni persona ha diritto di reagire alla vita come meglio crede. Io decido che per le mie figlie e per tutti noi, i ricordi di questa vacanza verranno postati ogni sera a fine giornata.
Incredibilmente, a cena abbiamo appetito nonostante il pranzo sia stato abbondante. Cristian e Federico stasera sono coalizzati nel fare dispetti divertenti a Romano, lo stuzzicano e poi imitano le sue razioni agli scherzi. Le risate riecheggiano in tutto il residence. “Diranno tutti che siamo i soliti italiani casinisti!” esclama Dimma preoccupata ma senza poter smettere di ridere.
Accendiamo il televisore per ascoltare le notizie al telegiornale. Nuovo decreto, il consiglio dei ministri è riunito per prendere ulteriori provvedimenti. Le risate finiscono subito e tutti attendiamo con ansia di conoscere ciò che verrà deciso.
Le prime indiscrezioni arrivano dai social sui nostri telefonini. Sembra che tutte le regioni d’Italia diventeranno zona rossa. Siamo senza parole. Possibile che quella che fino a pochissimi giorni fa veniva definita una normale influenza, solo un poco più veloce nel diffondersi, stia oggi preoccupando così tanto da far prendere una decisione così drastica? Sembrava che fosse tutto molto circoscritto, al sud ancora non ci sono casi di Covid-19. Perché tutta l’Italia?
Qualche ora dopo la conferma, Italia è zona rossa. I provvedimenti avranno validità a partire da domani. Andiamo tutti a dormire, ma nessuno di noi dormirà stanotte.
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